sabato 20 dicembre 2008

L'unico Agente

Il post di oggi è tratto dal libro "Resurrezione e reincarnazione, nati per non rinascere" di Padre Charles Ogada, un sacerdote cattolico dell'Ordine dei Padri dello Spirito Santo che al momento insegna alla Scuola Sathya Sai di Ndola, in Zambia, diretta da Victor Kanu.

Namasté,
Mistico

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Se tirate via il filo, il tessuto si disfa! Che cos'è che rende un'azione buona o cattiva? In altre parole, che cos'è che fa sì che un'azione ci leghi? Se andiamo a fondo scopriremo che non è l'azione in se stessa ad essere buona o cattiva. A darle una connotazione o l'altra sono le circostanze in cui l'azione viene compiuta. Tali circostanze sono sette: chi, a chi, perché, quando, dove, che cosa, e come. Queste circostanze sono gli attributi della mente (o 'frutti' dell'azione) e solo essi rendono l'azione buona o cattiva. Per esempio, l'atto di orinare non ha niente di brutto in sé, ma se si compie questa azione in una chiesa o dentro il Mandir tutti urleranno al sacrilegio! Qui non è l'azione dell'orinare ad essere un problema, ma il "dove" viene fatto. Se fosse un bambino di un mese a fare la stessa cosa la gente non se la prenderebbe perché è cambiato il fattore "chi".

Dio è l'unico eterno Agente...

Il segreto dell'azione disinteressata (un'azione senza ego) consiste nella resa delle sette circostanze a Dio. Se diamo a Dio queste sette categorie mentali scopriremo che abbiamo dato l'intera mente a Dio. La prima è il "chi". Dovete sentire che Dio è Colui che compie l'azione. Dio è l'Agente. Dato che Dio è Colui che porta voi ed il vostro peso (e l' UNICO peso è il peso della mente) non è sciocco caricare il vostro cuore con questo peso? Il Saggio Ramana l'ha messa in un bellissimo modo: quel che deve accadere accadrà, qualsiasi cosa facciate per cercare di non farlo accadere. E quel che non deve accadere non accadrà, qualsiasi cosa facciate per cercare di farlo accadere. Sapendo che è così, abbandonatevi, e lasciate accadere ciò che deve accadere e non cercate di far accadere ciò che non deve accadere, altrimenti vi invischiate nell' infinita ruota del karma. Questa è l'ignoranza che lega l'uomo di nascita in nascita: il fatto di pensare di essere colui che fa succedere le cose. Dio è l'unico Agente ma non pretende di stare facendo nulla. L'uomo non fa niente ma pretende di stare facendo tutto. Si deve smettere di avere questa mentalità. Permettete all'Essere semplicemente di essere! Siate un CANALE di ciò che deve accadere! Non preoccupatevi di ciò che non deve succedere. In questo risiede la beatitudine della felicità, l'unione con l'anima. Lasciamo andare tutte le preoccupazioni della vita e gioiamo dell'eccitazione di cavalcare sulle ali della completa resa al Signore! È Dio a fare tutto! Voi non siete diversi da Dio. Rilassatevi! Ed è allora... che le cose cominceranno realmente a succedere! 
La seconda circostanza è: "a chi". Dobbiamo sentire che Dio è l'oggetto di ogni azione. Gesù disse: "Qualsiasi cosa farete ad uno di questi piccoli la starete facendo a Me!". Dato che noi e Dio siamo Uno e lo stesso, ne segue che qualsiasi cosa facciate a chiunque, voi la state facendo a voi stessi. Di qui la regola d'oro: "Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi." Realizzare che non esiste proprio nessun altro corrisponde ad acquisire la trascendenza mentale in cui non c'è più differenza fra 'chi ' fa e 'a chi ' si fa qualcosa. 
La terza circostanza è il "come". Dobbiamo sentire che Dio è il mezzo di ogni azione, è Colui che provvede! Dio è la Provvidenza. Al Suo tesoro non manca niente. Quando diamo a Dio il "come" di ogni azione le nostre vite diventano un flusso di miracoli divini e di sorprese! "Con Dio tutto è possibile" (Matteo 19:26). 
La quarta circostanza è il "perché". Dobbiamo sentire che Dio è il motivo di ogni azione e che ciò che motiva Dio è l'Amore che trascende la ragione e non conosce stagioni. Dobbiamo accettare tutto ciò che ci accade come un prezioso dono divino di Puro Amore inteso per il nostro miglior bene. In questo modo le nostre vite diventano una canzone divina di lode e ringraziamento. Nelle Sacre Scritture troviamo: "Ringraziate in tutte le circostanze perché questa è la volontà di Dio per voi in Cristo Gesù". (1 Thessalonicesi 5: 16)

'Siate padroni della vostra mente!
La quinta circostanza è il "quando". Dobbiamo sentire che il tempo di Dio è il migliore per ogni azione ed il momento di Dio è l' adesso. Dare a Dio il "quando" delle nostre vite significa vivere in quel silenzio del momento presente in cui sperimentiamo il Potere della Presenza di Dio che è Onnipresente. "Sii calmo e sappi: IO SONO" (Salmi 46: 10).
La sesta circostanza è: "dove". Dobbiamo sentire che Dio è la presenza di sottofondo di ogni azione. Dio è dappertutto! Noi viviamo e ci muoviamo IN LUI ed è in Lui che abbiamo il nostro essere (Atti 17:28).
La settima circostanza è: "che cosa?" Dobbiamo sentire che Dio non è solo Colui che Compie l'Azione ma anche l'oggetto materiale dell'azione. Dio non è solo l'orefice, è anche l'oro! Dio è la sostanza e l'essenza, è la somma ed il substrato. Dio è la totalità e anche noi siamo la pienezza da cui il Pieno si è separato per amare Sé Stesso. 
Queste sette circostanze di azione sono i fili con cui è stata tessuta la stoffa della mente. Quando questi fili scompaiono la mente non può continuare ad esistere ma finché detteremo a Dio il "chi", l' "a chi", il "perché", il "quando", il "dove", il "che cosa" ed il "come" delle nostre vite, la nascita e la rinascita saranno inevitabili, perché i fili verranno tessuti in sempre nuove stoffe. Elia non riuscì a vedere Dio (chi) nei 450 profeti di Baal. Non riuscì a vedere Dio in chi recepiva l'azione. Questo è il motivo per cui li trucidò decapitandoli. Per questo dovette rinascere per imparare la lezione spirituale che qualsiasi cosa facciamo agli altri lo stiamo facendo a noi stessi perché non esistono altri. Quando abbandoniamo la nostra mente a Dio, nella resa di queste categorie mentali stiamo distruggendo i veri e propri semi del peccato e della morte. Quando rimuoviamo i fili con cui è tessuta la stoffa, anche la stoffa scompare. Lo stesso accade quando operiamo la resa delle circostanze delle azioni. La cosa bella delle sette 'circostanze delle azioni' è che non abbiamo bisogno di operare la resa di tutte allo stesso tempo perché una volta che si rinuncia ad una circostanza tutte le altre cadono da sole. Se ci arrendiamo per il "chi", per esempio, il "che cosa", l' "a chi" etc. libereranno la strada in modo consequenziale. Se abbandoniamo la sensazione di essere noi ad agire - "Non più io, ma Cristo vive in me", come diceva San Paolo - allora tutto il resto delle categorie mentali sparirà. Se Dio è Colui che agisce (il 'chi') Egli sarà anche Colui che provvede (il 'come') e determinerà il 'quando', il 'dove', l' 'a chi' ed il 'perché'. Oppure se scegliamo di rinunciare al 'dove' e vivere nel silenzio in cui sperimentiamo l'essenza della Presenza di Dio scopriremo che la mente evaporerà automaticamente. La mente non può sopravvivere nel Silenzio dell' adesso! Lo stesso si applica a tutte le altre categorie mentali o circostanze delle azioni. Dato che esse sono intrinsecamente connesse, una volta che una viene distrutta le altre perdono il loro potere di legarci. Preghiamo per avere la Grazia di riuscire a dare le nostre menti a Dio.

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