martedì 30 marzo 2010

Amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società

Vorrei condividere con voi questo ispirante discorso divino di Sai Baba tenuto il 25 febbraio del 2009.

Namasté,
Mistico

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Non può esistere società senza moralità. Pace e felicità consistono nel cantare il Nome di Dio. Fra tutti gli esseri viventi, la nascita come esseri umani è la più rara. Perché si afferma questo? Tutti vogliono il progresso, la prosperità e il benessere della società. Ciò può essere raggiunto attraverso tre princìpi fondamentali: amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società (daiva prîti, pâpa bhîti e sangha nîti).

Salvaguardate la moralità.
Perché la moralità prevalga nella società, l'individuo deve avere timore del peccato il che avviene solo quando sviluppa l'amore per Dio; è dunque necessario che l'uomo alimenti questo amore. Facendolo, egli avrà timore del peccato e seguirà il retto sentiero nella vita portando in tal modo moralità nella società. Un uomo senza moralità non può essere definito "essere umano" nel vero senso del termine ma l'uomo moderno è immerso fino al collo nel peccato; come può, quindi, avere amore per Dio? Si può avere amore per Dio solo quando si teme il peccato. Di fatto, l'uomo deve considerare l'amore per Dio, il timore del peccato e la moralità della società alla pari dei suoi tre organi principali, ovvero i piedi, lo stomaco e la testa.

A causa della mancanza di timore del peccato e di amore per Dio, l'umanità si è deteriorata negli esseri umani e ciò pregiudica la pace universale. L'amore per Dio, il timore del peccato e la moralità nella società sono interdipendenti. L'uomo temerà il peccato quando svilupperà amore per Dio e svilupperà la sua moralità quando avrà timore del peccato; per contro, se mancherà di moralità, non avrà paura del peccato e ciò lo porterà a non amare Dio. L'uomo desidera troppo le cose; egli fa molti tipi di yoga, di meditazione e penitenza ma, senza timore del peccato, tutto questo sarà inutile per cui, affinché vi sia moralità nella società, l'individuo deve temere il peccato. Solo attenendosi alla moralità, egli potrà ottenere rispetto e raggiungere un posto d'onore nella società. Senza moralità, nessuna società può esistere; è perciò necessario diffonderla giacché una società basata su di essa promuoverà l'amore per Dio. Se invece la società non avrà basi morali, i membri che la costituiscono non avranno né timore del peccato né amore per Dio; ne consegue che salvaguardare la propria moralità è dovere essenziale dell'uomo.

L'altruismo è la più nobile delle virtù.
Il vero essere umano è quello dotato di umanità. Innanzitutto, egli deve nutrire amore per Dio; dedicarsi ad attività di servizio senza amore per Dio equivale solo a essere egoisti. Fintantoché nell'uomo esisterà l'egoismo, egli non potrà realizzare il Sé. Di fatto, un pesce (fish) è migliore di una persona egoista (selfish) nel senso che il pesce pulisce l'acqua in cui nuota. L'altruismo è la virtù più nobile. Voi vi considerate esseri umani: possedete forse umanità e qualità umane? Se queste mancano, qual è allora la differenza fra un uomo e un animale o una bestia? Gli animali, almeno, aiutano l'uomo nel lavoro dei campi mentre egli è diventato tanto egoista da non aiutare nessuno. Perciò, dovremmo porci questa domanda: "Siamo esseri umani, animali o bestie?" Ovviamente non siamo animali o bestie, siamo esseri umani e, coscienti di questo, dovremmo sviluppare adeguatamente le qualità umane. Ognuno dovrebbe pensare e chiedersi: "Posseggo o no qualità umane?" I cinque Valori Umani di Satya (Verità), Dharma (Rettitudine), Shânti (Pace), Prema (Amore) e Ahimsâ (Non violenza) sono come i cinque soffi vitali dell'uomo e solo quando li si possiede ci si può definire "esseri umani". Se essi mancano, qualunque qualità possiediate non potrà fare di voi dei veri esseri umani.

L'animale prova fame, bramosia e ira, conduce una vita priva di restrizioni e manca di gentilezza e compassione, qualità fondamentali dell'essere umano. Bramosia, ira, illusione, avidità, orgoglio e gelosia sono elementi comuni all'uomo e all'animale: chi non ha controllo su tali tratti inferiori è, a tutti gli effetti, un animale. L'uomo deve tenerli sotto controllo e alimentare invece la Verità, la Rettitudine, la Pace, l'Amore e la Non violenza provando gentilezza e compassione per chiunque. Prima di tutto, egli deve avere amore. Unicamente quando abbiamo amore possiamo ottenere pace; solo combinando pace e amore potremo avere una vita compiuta e, ottenendo pace e amore, non proveremo odio e non danneggeremo alcuno. Il far del male agli altri indica che in noi cova l'ira; il dolore ne è la reazione. L'uomo deve quindi sviluppare l'amore. Dobbiamo dominare i sentimenti di collera o odio in qualunque momento nascano in noi: questa è la qualità dell'essere umano. Ecco perchè deve esservi timore del peccato, amore per Dio e moralità nella società. Quando si sviluppa l'amore per Dio, tutti i peccati saranno completamente ridotti in cenere per cui, se si vuole che tutti i propri peccati siano annullati, bisogna sviluppare l'amore per Dio.

Ira e gelosia sono i peggiori nemici dell'uomo

Manushyanam daiva svarûpam

L'uomo è divino.
Questo è il motivo per cui tutti gli Avatâr prendono forma umana. Quando si ha forma umana, non si deve lasciar spazio a qualità animali; non appena sorgono in voi, dovete cacciarle via. Esse portano a non temere il peccato. Perciò, dovete avere sempre amore, amore e solo amore! La collera e la gelosia sono i peggiori nemici dell'uomo; avendo queste due caratteristiche, non si può esser definiti esseri umani né, ancor meno, raggiungere la Divinità. Chi, da un momento all'altro si infuria, dimostra mancanza di umanità e solo qualità animali; occorre dunque controllare, innanzitutto, ira e gelosia il che è ciò che insegnano tutti i nostri testi sacri come la Gîtâ e le Upanishad. L'ira e la gelosia sono più potenti e feroci persino di un leone e aspettano sempre di sopraffarvi. La furia di un leone è di breve durata, esso può uccidere chiunque in pochi minuti; l'uomo cova in sé ira e gelosia per mesi e anni e non li abbandona facilmente. Tali caratteristiche sono pertanto i suoi nemici più terribili e distruggono unità e tolleranza.

In questo sacro Paese di Bhârat, la tolleranza è la vera bellezza.
Fra tutti i rituali, l'aderenza alla verità è la più grande pratica ascetica.
Il più dolce sentimento di questo Paese è quello d'amore verso la propria madre.

La vera dolcezza risiede nell'amore per la madre. Dobbiamo considerare amore e tolleranza come nostra madre e nostro padre ma, sfortunatamente, questi due non sono presenti nell'uomo d'oggi. Quando otterrete queste due virtù, non sarete altro che Dio. Per l'uomo, è perciò essenziale avere amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società. Che cosa significa timore del peccato? È la paura di danneggiare e offendere gli altri. Peccare non significa necessariamente uccidere qualcuno: anche ferire i sentimenti degli altri equivale a uccidere. Perciò, guardatevi dall'essere causa di qualunque sofferenza mentale per chiunque. Astenersi da tutto ciò è pâpa bhîti. Râma andò nella foresta e, al fine di distruggere il peccato, uccise coloro che indulgevano in azioni malvagie; Vibhîshana si unì a Lui e Lo aiutò ad annientarlo.

Pronunciate sempre parole dolci.
Vibhîshana era il fratello minore di Râvana. Essi erano tre fratelli: Râvana, Kumbhakarna e Vibhîshana. Quest'ultimo era sempre calmo e composto, libero da odio, gelosia e ira al contrario del fratello maggiore Râvana; il terzo fratello, Kumbhakarna, mangiava e dormiva continuamente. Il significato stesso del nome Râvana è ira, gelosia e odio, mentre quello di Vibhîshana indica pace e quiete. Il nome di un uomo influenza la sua natura; ci sono nomi che creano sentimenti piacevoli in chi li ascolta, mentre ve ne sono altri che suscitano senso di paura e repulsione. Per esempio: sentire il nome "cuculo" stimola in noi sentimenti sublimi e dolci. Quando il cuculo canta, lo ascoltiamo con grande piacere e nel nome stesso c'è un senso di piacere. Per contro, la gente tira sassi alla cornacchia quando essa apre il becco. Dovremmo dare un nome ai nostri figli con la dovuta considerazione; questo è il motivo per cui la gente lo fa tenendo conto della stella di nascita. Dovremmo avere nomi buoni, mai nomi non appropriati; il nome deve essere tale da suscitare sentimenti di pace e dolcezza. Sathyanârâyana è il Nome di questo Corpo. Com'è dolce! Questo nome è stato dato da Kondama Râju, il nonno di questo Corpo. Egli ha anche cambiato il nome della madre di questo Corpo da Namagiriammâ a Îshvarâmmâ che significa "madre di Îshvara (Dio)". Questo è il motivo per cui il nome Îshvarâmmâ è diventato famoso nel mondo. Parole come "serpente" e "scorpione" creano in noi un senso di paura per il veleno di questi animali; il serpente ha il veleno nei denti e lo scorpione nella coda. Il veleno è situato in certe parti del loro corpo mentre l'uomo odierno è pieno di veleno dalla testa ai piedi e, non solo il suo linguaggio, ma anche tutte le sue azioni sono velenose. Alcune persone hanno tanto veleno nel parlare che qualunque parola esca dalla loro bocca ne è colma; esse offendono i sentimenti altrui con parole siffatte. Dobbiamo liberare il nostro linguaggio da simili parole velenose e parlare sempre con dolcezza. Ci sono alcuni che hanno veleno anche nel sorriso mentre nell'amore non c'è veleno; dovremmo avere un sorriso pieno d'amore. Swami sorride sempre amorevolmente: il Suo sorriso irradia beatitudine. Dovete sempre avere un volto sorridente. Non assumete un'espressione livida; essa riflette ira, odio e gelosia. Abbiate sempre un viso sorridente. Dovreste sorridere anche se qualcuno vi maltratta; allora l'altro smetterà di maltrattarvi e comincerà a sorridere. Quando domandate a qualcuno "Come stai, fratello?", egli risponderà "Come stai, fratello?" anche se è vostro nemico. Com'è l'azione sarà la reazione, com'è il suono è l'eco. Quando chiedete amorevolmente a qualcuno "Come va?, anch'egli domanderà "Come va?" Ogni cosa ha una reazione, un riflesso e una risonanza per cui il nostro linguaggio, le nostre azioni e il nostro comportamento devono essere buoni: questa è la qualità principale dell'essere umano.

Dovremmo essere umili e cortesi nel parlare. Non provocate paura negli altri, in ciò consiste la vera umanità; in caso contrario, la gente vi bollerà come persone senza qualità umana. Il nostro linguaggio e le nostre azioni devono essere piacevoli per gli altri. Nel parlare, si portano le proprie esperienze come esempio; si dovrebbero raccontare solo le esperienze buone. Quando vi definite studenti dell'università Shrî Sathya Sai, il vostro comportamento deve essere all'altezza dell'Istituto in cui avete studiato. Dovete rispettare e onorare gli anziani. Non vedete il male. Se vi comportate così, tutti vi chiameranno "buon ragazzo, buon ragazzo". Un buon ragazzo (good) è un ragazzo di Dio (God)! Dovete guadagnarvi una simile buona reputazione; solo allora avrà un senso il motto: jantunam narajanma durlabham (fra tutti gli esseri viventi, la nascita come esseri umani è la più rara).

(Baba canta il bhajan: "Hari bhajan binâ sukha shânti nahin..." e poi continua il Discorso).

Quando andai a Chennai, qualche tempo fa, alcune persone Mi chiesero: "Swami, la gente aspira alla pace e alla felicità. Dove si trovano?" Detti allora la risposta con la canzone "Hari bhajan binâ sukha shânti nahin..." (Non può esserci felicità e pace senza il canto del Nome di Dio). Bhajan significa contemplare Dio: solo questo ci dà pace e felicità. Pace e felicità non sono separate l'una dall'altra, le si può raggiungere solo attraverso Hari bhajan... Qualcuno potrebbe chiedervi: "Sai Baba parla di pace e felicità. Dove si trovano? Che cosa avete capito?" Quando date la risposta "Hari bhajan binâ sukha shânti nahin", non ci saranno altre domande. L'umanità fiorirà solo quando vi sarà amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società. Quando avrete queste tre qualità, sarete vittoriosi in tutto il mondo; esse sono sufficienti, non vi occorre altro. Cantate la gloria di Dio: sarete allora un grande esempio per tutti. Chala santosham (sono molto felice)!

Prashânti Nilayam, 25 febbraio 2009,

Sai Kulwant Hall